what they say about me

“Positivi e interessanti risultati di una cultura pittorica condotta per stratificazioni aformali del colore”

Andrea B. Del Guercio (critico)

“È sera. Sono sul volo per Francoforte. Si spengono le luci della cabina e l’aereo decolla. Fuori dal finestrino vedo rimpicciolirsi a poco a poco la pianura padana, con la sua miriade di lampioni e strade e finestre illuminate,Siamo tutti e tutte intenti a guardare fuori dai piccoli oblò. Davanti a quell’arabesco brillante, a quell’immensa tela miniata, proviamo un sincero stupore. È così che abbiamo preso possesso di un luogo, tagliato alberi, cementificato strade ed estratto oli scuri dal sottosuolo che bruciamo per ottenere elettricità. Quell’elettricità è l’energia che si spende in questo vasto racconto di luci. Il tungsteno e il neon ardono e risplendono. Visti dall’alto, pur nella consapevolezza che siamo una qualche inflorescenza parassitaria, una metastasi tumorale sul suolo del pianeta, pur pieno di questa inequivocabile certezza, penso alla bellezza. La distruzione che l’essere umano porta all’ambiente in cui vive diventa così spesso uno spettacolo che ci piace guardare. È una sensazione impregnata di decadenza: come guardarsi in uno specchio e constatare che, nonostante questa annosa dipendenza ci porterà a una crisi di astinenza fatale, questo è il momento di massima botta e ci sentiamo alla stregua di divinità, possiamo fare tutto. Il sublime non è appannaggio di grandi scogliere solitarie o segreti passi montani; un’estasiante terrore ci elettrizza anche quando facciamo esperienza del nostro strapotere sul pianeta, della nostra sfrenata e grandiosa creazione: ‘Antropocene. Finalmente il tempo di dio ha lasciato il posto a quello dell’uomo, anche le ataviche forze creatrici delle zolle hanno dovuto ammettere – o così ci piace credere – che la nostra forza creatrice non è da meno. Nei quadri di Rossella Barbante, quadri specchianti realizzati solo con materiali sintetici, si mette in scena per ciascuno e ciascuna questa esperienza, quel sorprendersi a ritrovare una bellezza – che ci sembrerebbe dover essere propria di un paesaggio incontaminato – anche nelle più estreme creazioni delle nostre mani.”

About Sublime Artificiale, 

Daniel Dolci (curatore)

[…] Rossella Barbante parte dalla sua terra d’origine per raccontare la natura dell’Antropocene. Il suo interesse per il paesaggio inizia sin dalle sue prime opere, elaborate attraverso uno sguardo intimo, privato, strettamente legato alla memoria personale. A partire dal 2020, con la serie Sublimi Artificiale, allarga il discorso per parlare di un paesaggio legato a disastri ambientali e luoghi sfruttati dai processi industriali. L’artista sottolinea nella realizzazione stessa dell’opera l’intento di focalizzare lo sguardo sull’intervento degli esseri umani nell’ambiente: usa un supporto prettamente industriale, il dibond, e lavora con colori estremamente anti naturalistici e brillanti, che ricordano le sfumature create dalla luce sulle superfici delle chiazze di petrolio.”

Guardarsi nell’antropocene 

Ilaria Dal Lago (curatrice)

“Rossella Barbante sceglie una pittura tra l’informale il gestuale, che sfuma e intreccia in proiezione autobiografica tra paesaggio e illuminazione. Ecco Wild green serie ammirevole; poi le tre più cupe, macerate varianti di Transilvania. La ritroviamo ne I luoghi dell’immaginario ed è un bel viaggio e approdo”

Plinio Perilli (critico)